Analisi iniziale

Il teleriscaldamento in Valle d’Aosta, secondo I dati del GSE, presenta un volume riscaldato di 1,6 milioni di metri cubi (pari allo 0,5% del totale nazionale), circa 30 chilometri di reti (0,8% del totale nazionale) e un rapporto tra volume riscaldato e abitanti pari a 12,4 metri cubi/abitante. La principale rete di teleriscaldamento, che alimenta parte della città di Aosta, è gestita da una utility privata mentre le reti più piccole (meno di dieci) includono anche una partecipazione pubblica.

Il grafico a torta mostra, con riferimento al 2010, l’impiego delle fonti energetiche rinnovabili nel settore del calore (non solo teleriscaldamento): il solare termico copriva il 3% mentre il teleriscaldamento, essenzialmente tramite biomasse, mostrava una frazione del 10%.

Nel settore residenziale, la principale fonte energetica per il riscaldamento è il gasolio (33%), seguito dal gas naturale (30,5%), dalla biomassa (23,4%), dal GPL (10,9%) e, infine, dall’elettricità (2,2%).

Secondo il piano nazionale di ‘burden sharing’ per gli obiettivi europei, alla Valle d’Aosta è stato assegnato l’ambizioso obiettivo di coprire, tramite rinnovabili, il 52,1% dei consumi finali al 2020. Le misure previste dal Piano EnergeticoRegionale per raggiungere questo traguardo non vedono un ruolo centrale né peril solare termico né per il teleriscaldamento.

Barriere e opportunità

Dalla situazione riportata nell’analisi iniziale, si evince che le principali opportunità per il teleriscaldamento solare in Valle d’Aosta possono essere così riassunte:

– la crescita continua del consumo di energia termica, come testimoniato nel Piano Energetico Regionale;
– la considerevole estensione delle aree non metanizzate: 50 Comuni sui 74 totali nella regione, corrispondenti a quasi il 30% della popolazione;
– a causa dei problemi legati alla qualità dell’aria, gli impianti a biomassa non possono accedere ad alcun incentivo nelle aree dove è presente una rete di teleriscaldamento: si tratta, perciò, di un potenziale supporto, benché indiretto, al solare termico per l’alimentazione di reti di teleriscaldamento.

Allo stesso tempo, si possono riscontrare alcune barriere specifiche per il solare termico, soprattutto se impiegato nelle reti di teleriscaldamento, come:

– il basso irraggiamento solare nelle zone dell’envers, caratterizzate da una esposizione verso nord;
– il potenziale ombreggiamento delle montagne che potrebbe limitare la resa invernale degli impianti;
– il possibile impatto visivo di impianti di grande dimensione installati a terra;
– il graduale incremento della metanizzazione del territorio;
– la competizione con la biomassa, risorsa disponibile in notevole quantità sul territorio regionale.